1 aprile 2016

IL COMUNE APPLICA LE PENALI
A CAMST ED ELIOR?
COMUNICATO DELL’OSSERVATORIO MENSE SCOLASTICHE

IL CONTRATTO D’APPALTO DELLA MENSA SCOLASTICA PREVEDE, IN CASO DI INADEMPIENZE DI RIBO’ (CAMST ED ELIOR), LA CONTESTAZIONE E L’APPLICAZIONE DI SANZIONI
I GENITORI SONO STANCHI DI SEGNALARE CONTINUI DISSERVIZI E CHIEDONO DI ESSERE MESSI A CONOSCENZA DELLE CONTESTAZIONI E PENALI APPLICATE AL GESTORE.
647 ASSAGGI E 249 SEGNALAZIONI DI ANOMALIA EFFETTUATI IN PIU’ DI 5 MESI DI SCUOLA DAI GENITORI DELLE COMMISSIONI MENSA: A COSA SERVONO?  

I genitori chiedono di poter visionare le contestazioni e le penali applicate fino ad ora dall’Amministrazione comunale nei confronti di Camst ed Elior.
Le Commissioni Mensa di ogni scuola chiedono di essere informate su tutte le mancanze segnalate e che, ai sensi del contratto, in caso di inadempimento, avrebbero dovuto essere contestate e sanzionate.
I genitori chiedono trasparenza e il pieno rispetto del capitolato.
La richiesta di conoscere le penali applicate al gestore è già stata oggetto di un accesso agli atti presentato al Comune di Bologna da un genitore membro di una CMS e respinto in data 10 marzo 2016. Abbiamo dunque già richiesto una nuova convocazione straordinaria della Commissione Mensa Cittadina specificatamente su questo tema e siamo in attesa di risposta.
In occasione dell’ultima CMC dell’8 marzo, l’Unità Sviluppo e Controllo del Comune di Bologna ha presentato un report descrittivo dei riscontri raccolti da settembre a febbraio in cui ha rilevato:
  1. Oltre 140 anomalie accertate (ritardi di consegna, scarsità delle porzioni, ritrovamento di corpi estranei, criticità relative alle diete speciali, modalità scodellamento, scarso gradimento e note sul sito Ribò).
  2. Utilizzo delle verdure surgelate ampiamente oltre il massimo consentito del 20%.
  3. Utilizzo non previsto da capitolato delle verdure di IV gamma al posto di quelle fresche.
  4. Forti ritardi nella consegna dei pasti che hanno coinvolto non meno di 45 scuole.
  5. Gradimento dei bambini non in miglioramento rispetto allo scorso anno scolastico. Spicca in particolare il dato negativo impressionante relativo ai contorni: solo 1 su 5 delle proposte è gradita e complessivamente solo un 30% delle rilevazioni è positiva.

I genitori dunque si chiedono perchè a sette mesi dall’avvio del servizio, tutti questi problemi non sono ancora stati risolti. Dall’inizio dell’anno scolastico, stiamo ancora aspettando di incontrare i responsabili di commessa di Ribò per avere direttamente da loro una assunzione di impegni, al pari delle altre componenti che siedono in Commissione Mensa Cittadina. Fino ad oggi infatti, a questo tavolo ha partecipato “solo” un consulente esterno, con l’unico compito “di prendere appunti”. Ci sembra di tornare indietro di qualche anno, quando alle Commissioni Consiliari richieste dai genitori per avere risposte sui tanti disservizi di SeRiBo, in rappresentanza della società partecipata non si presentava nessuno. Solo dopo due scioperi cittadini con partecipazione di massa, la società cominciò a prestare ascolto ai genitori…
OCCORRE UNA NUOVA MOBILITAZIONE PER AVERE RISPOSTE?
Ricordiamo molto bene la decisione unilaterale presa dal Comune di Bologna di esternalizzare il servizio di refezione scolastica, nonchè l’impegno di potenziare il controllo a garanzia di una qualità migliore, assunto davanti ai genitori nell’assemblea pubblica del 5 febbraio 2015.
Da allora, cosa è cambiato?
Ad oggi, l’Unità Sviluppo Qualità pasti e controlli del Comune di Bologna è in grado di tenere sotto controllo la qualità della mensa scolastica cittadina e di garantire il pieno rispetto di quanto previsto nel contratto di appalto?
Questa Amministrazione vuole assumersi fino in fondo le proprie responsabilità politiche davanti alle scelte effettuate?
In ultimo, ci attendiamo dal Comune di Bologna un passo avanti anche nei confronti delle scuole che hanno subito i disservizi: i genitori propongono che con le trattenute sui pagamenti derivate dalle penali venga istituito un fondo a favore delle scuole danneggiate. In fin dei conti i genitori hanno pagato regolarmente i pasti oggetto di disservizio e riteniamo equo poter compensare i bambini attraverso questo meccanismo.

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