24 gennaio 2015

I 9 punti di tutela.

Comunicato dell'OSSERVATORIO MENSE BOLOGNA

I GENITORI PONGONO 9 PUNTI A TUTELA DELL’INTERESSE PUBBLICO FRA CUI CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA, CONTRATTO CORTO E CONTROLLI STRINGENTI

BLOCCO PAGAMENTI E ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA CON LA GIUNTA

CAMST: RESTITUZIONE IMMEDIATA SOLDI O BOICCOTTAGGIO

I genitori si sono riuniti ieri sera in assemblea per discutere delle ultime novità in merito al servizio di refezione scolastica del Comune di Bologna.

L’assemblea ha deciso di opporsi nettamente ai modi e alle forme con cui la Giunta propone questo repentino cambio di rotta nella gestione della refezione scolastica. Questo non perché si era particolarmente affezionati alla gestione precedente, che per ammissione stessa della giunta è stata incapace di gestire il servizio nel migliore dei modi nell’interesse della comunità. Piuttosto l’amministrazione si è trovata ad essere più efficace come socio che non come garante della qualità del servizio, partecipando alla massimizzazione degli utili.

Non sappiamo ancora esattamente come la giunta intenda implementare questo cambio di modello. Dalle prime risposte che abbiamo avuto sembra che alla fine non cambierà molto per quanto riguarda gli aspetti che caratterizzavano negativamente la partecipata: un appalto lungo che, configurando un monopolio di fatto della gestione del servizio, annulli gli effetti positivi della concorrenza.

Prendiamo atto delle recenti dichiarazioni del prof. Zamagni, "Occorre un modello a tre: imprese, ente pubblico e fruitori del servizio, in questo caso i genitori", che ricalcano quello che l’Osservatorio propone da anni al Comune. Siamo aperti a un approfondimento congiunto che possa arrivare a una soluzione innovativa che riporterebbe Bologna all’avanguardia nella gestione dei servizi pubblici.

Tuttavia la questione centrale è che scelte così importanti e strategiche non possono essere effettuate con cambiamenti così repentini. L’impostazione della procedura di gara, dei criteri di valutazione, della gestione patrimoniale richiedono tempi molto lunghi.
Ciò detto, ci teniamo a sottolineare che la responsabilità politica di questa scelta è unicamente di questa giunta. E questa giunta e questo consiglio comunale ne risponderanno, se le cose non miglioreranno davvero.

Vogliamo innanzitutto esprimere solidarietà ai lavoratori che si trovano in questo delicato frangente, noi abbiamo sempre creduto che un servizio di qualità non può che andare di pari passo con una buona situazione lavorativa.

Come genitori abbiamo a lungo discusso e deciso di mantenere saldo il presidio sui temi a noi cari: quei contenuti di qualità ed equità che perseguiamo da anni. Prendiamo atto delle dichiarazioni di impegno della giunta e ci aspettiamo un reale coinvolgimento dei genitori e delle congrue previsioni nel capitolato di gara (e che quindi saranno riconosciute anche dal futuro gestore del servizio, chiunque esso sia) per quanto riguarda le funzioni propositive, di verifica, vigilanza e controllo da parte dei genitori già promesse, quale reale riconoscimento dell’impegno costruttivo profuso in questi anni.
Abbiamo già detto che la scelta di questo nuovo modello ci preoccupa molto sotto il profilo della tutela dell’interesse pubblico. Dato che non abbiamo partecipato a questa ultima decisione, abbiamo elaborato un “pacchetto” di misure di garanzia, che chiediamo con forza siano recepite integralmente nel nuovo bando/capitolato di gara (oltre a quanto già concordato negli ultimi incontri a seguito delle mobilitazioni dei genitori).


NOVE LE RICHIESTE AL COMUNE

1) Clausola di salvaguardia: è necessaria e inclusa in capitolati che rappresentano buone pratiche nel settore, come quello di Roma. Il Comune dovrà prendersi carico della riscossione, contribuire per le fasce ISEE agevolate e mettere gli istituti comprensivi nelle condizioni di scegliere liberamente un eventuale servizio alternativo.

2) Possibilità del pasto da casa: il futuro gestore deve accettare, contrattualmente, che sarà possibile portare il pasto da casa. Nella futura convenzione con gli istituti comprensivi il Comune dovrà consentire la possibilità per le famiglie che non volessero usufruire della mensa, di potersi organizzare con cibo da casa in appositi spazi. Sarà la migliore motivazione per tenere alta la qualità e calmierati i prezzi.

3) Durata breve della gara: impariamo dall’esperienza ed evitiamo di ingabbiarci in contratti-capestro: per noi la massima durata accettabile è di 3 anni tenuto conto che si tratterebbe del primo appalto. Nelle successive scadenze il Comune potrà mettere in capo correttivi, con tempistiche più contenute e in modo consapevole. La durata breve consentirà anche maggiore elasticità e possibili cambi o affinamenti di modello.

4) Impegno ad un progressivo riacquisto da parte del Comune delle infrastrutture: in linea con il principio di prudenza insito nella separazione tra proprietà delle infrastrutture e della gestione del servizio chiediamo al Comune di prevedere nel proprio bilancio e tramite i meccanismi di gara una progressiva riappropriazione delle infrastrutture dedicate alla fornitura del servizio di refezione per un duplice motivo: da un lato, in caso di insolvenza o gravi problemi di inadempimento il Comune potrà trovare un gestore sostitutivo affidando ad altri le proprie strutture senza dover attendere tempi di eventuali controversie giudiziarie; dall’altro consente che i pasti per i bambini di Bologna siano cucinati in strutture che rispondono a certi requisiti per definizione (la proprietà pubblica garantisce molto di più da questo punto di vista). La troppa dispersione della produzione, poi, rischia di creare disparità di trattamento (come è stato finora) che si vorrebbero invece eliminare. Inoltre la proprietà dei centri pasti permetterebbe al Comune di rendere possibile anche una futura internalizzazione del servizio qualora l’esperienza dell’esternalizzazione fosse ritenuta fallimentare.

5) Divisione in 3 lotti: una volta che saranno operativi tre centri pasti nuovi l’appalto dovrà prevedere tre lotti, uno per ogni centro produzione pasti. I dipendenti dovranno essere ugualmente tutelati, ma l’approccio di gara e l’apertura al mercato saranno più efficaci.

6) Miglioramento e rafforzamento del ruolo di controllo dei genitori

7) Rivisitazione e potenziamento del sistema di controllo e monitoraggio: il cambio del modello di refezione comporta la necessità di ridisegnare completamente tutto il sistema di controllo e monitoriaggio e questa responsabilità ricade totalmente in capo all’Amministrazione.

8) Prerogative di richiesta dati contabili relativi all’appalto, in analogia con i principi di trasparenza: il vincitore della gara dovrà avere gli stessi obblighi di trasparenza previsti per legge per la pubblica amministrazione.

9) Impegno del Comune ad una immediata riduzione delle tariffe: per allinearsi ai capoluoghi di regione più virtuosi (Roma e Milano) o almeno a quelli più paragonabili come Firenze. Un tariffato massimo a pasto inferiore ai 5 euro (fisso più variabile) è un obiettivo immediato, realizzabile e inderogabile. Questo senza influire sulla qualità.


TRE LE INIZIATIVE DELL’OSSERVATORIO

I genitori in assemblea hanno poi discusso e votato ulteriori proposte e azioni, che si riassumono brevemente qui sotto:

i.     Perseguire con forza il proposito di recuperare il credito etico della città: gli utili spropositati generati dall’attuale sistema e di cui i soci privati CAMST e Elior hanno beneficiato in modo ingiusto devono essere recuperati, anche per attuare quel disegno proposto nel quarto punto del “pacchetto” volto ad incrementare la porzione di impianti in proprietà del Comune. A questo fine i genitori richiederanno al più presto un incontro con i Soci privati e verranno predisposte proposte di boicottaggio nei confronti di CAMST e Elior. Le iniziative dovranno essere visibili a tutti i cittadini e non solo ai genitori. Con lo sciopero del pasto non avevamo alternativa a coinvolgere i nostri figli diretti fruitori del servizio, ora i genitori possono con orgoglio lottare in prima persona, operando scelte etiche concordate e che abbiano la giusta visibilità per sensibilizzare tutti i cittadini.

ii.  Studiare forme di “diverso pagamento dei bollettini: il gruppo legale si incarica di studiare possibili metodi legittimi per ritardare/vincolare il pagamento dei bollettini.

iii.   Convocazione di una assemblea pubblica aperta a tutta la città, da fare a breve, organizzata dall’Osservatorio in cui inviteremo la giunta ad illustrare ai genitori il criterio che ha guidato la scelta del Comune, con l’intento di aprire un pubblico dibattito sulle scelte e sulle prospettive.

In ultimo cogliamo l’occasione per rispondere alla Presidente di CAMST: la dott. Pasquariello dice di 'non aver mai fatto richieste per la cessione della quota del 49% di Seribo', la invitiamo pubblicamente di proporre al Comune il riacquisto della quota al valore di 1 euro. Siamo sicuri che la proposta sarebbe apprezzata sia da noi genitori che dal Comune di Bologna. Osiamo pensare che forse il Comune la potrebbe accettare. Questa sarebbe la smentita reale ad ogni illazione sui contatti intercorsi e sulle cifre esorbitanti richieste per il riacquisto della propria quota.

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